Dalla Nova alla Sandero, la storia delle piccole Dacia

Smartworld
di Marco Coletto

Le regine del "low-cost"

Le piccole Dacia, prima celebri solo in Romania, hanno conquistato anche il nostro Paese. La seconda generazione della Sandero, che sarà presentata al Salone di Parigi di quest’anno, ha un design completamente rinnovato e più moderno e nell’abitacolo spicca la plancia simile a quella già adottata dalla monovolume Lodgy e dalla multispazio Duster.

Scopriamo insieme le sue antenate.

Nova (1995)

La prima auto realizzata interamente da ingegneri rumeni nonostante la coda sporgente è dotata di portellone e monta lo stesso motore della Renault Clio: un 1.4 a benzina da 65 CV.

Il restyling del 1996 contribuisce a svecchiare il frontale mentre nel 1998 arriva la più vivace versione GTi con un 1.6 da 71 CV.

SupeRNova (2000)

La prima Dacia costruita sotto la direzione Renault (la Casa francese acquista il brand rumeno nel 1999) non è altro che una Nova riveduta e corretta dai tecnici transalpini. Il motore è un 1.4 a benzina da 73 CV.

Solenza (2003)

Ha un design più filante, interni più curati e monta diverse componenti meccaniche (come il propulsore e il cambio) provenienti dalla seconda generazione della Renault Clio.

La prima vettura della Casa rumena a montare l’airbag è disponibile con due motori: un 1.4 a benzina da 73 CV e un 1.9 a gasolio da 60 CV,

Sandero prima generazione (2007)

La prima piccola Dacia ad arrivare sul mercato italiano è una variante a cinque porte della compatta Logan caratterizzata da un design più moderno. Nel 2009 arriva la versione turbodiesel e nello stesso anno debutta la “finta SUV” Stepway contraddistinta dall’assetto rialzato di due centimetri, dai paraurti in plastica grezza e dalle barre sul tetto.

Il modello ancora oggi in commercio ha una gamma motori che comprende un 1.2 a benzina da 75 CV, due unità a GPL (1.2 da 75 CV e 1.6 da 84 CV) e un 1.5 turbodiesel dCi da 75 e 88 CV.