Dalla Frégate alla Vel Satis, la storia delle ammiraglie Renault

Smartworld
di Marco Coletto

L'evoluzione delle "berlinone" della Régie

Le ammiraglie Renault non hanno mai conquistato gli automobilisti del nostro Paese mentre in Francia – pur non potendo vantare lo stesso livello di tecnologia e originalità stilistica delle rivali firmate Citroën – hanno spesso accompagnato i personaggi di spicco d’Oltralpe. Scopriamo insieme l’evoluzione delle “berlinone” della Régie, caratterizzate da spazio, eleganza e comfort.

Renault Frégate (1951)

La prima ammiraglia Renault dal secondo dopoguerra è la Frégate, svelata al Salone di Parigi del 1950 e commercializzata a partire dall’anno seguente. Poco apprezzata dal pubblico per via del poco vivace motore 2.0 quattro cilindri a benzina da 58 CV (portato a quota 65 nel 1954), si rivela una vettura estremamente comoda nei lunghi viaggi.

Nel 1955 – anno in cui il presidente della Casa francese Pierre Lefaucheux perde la vita in un incidente stradale proprio al volante di una Frégate – il lancio della Citroën DS fa crollare ulteriormente le vendite della “berlinona” transalpina e a poco serve, l’anno successivo, il debutto della versione station wagon Domaine e di un propulsore 2.1 da 77 CV. La situazione non migliora neanche nel 1958 con l’arrivo della Transfluide da 80 CV con cambio semiautomatico e della familiare lussuosa Manoir.

Renault 16 (1965)

La Renault 16, presentata al Salone di Ginevra 1965, rappresenta una rivoluzione nel segmento delle ammiraglie visto che – a differenza delle rivali – offre un pratico portellone posteriore. La vettura, contraddistinta anche da un design particolare e da un ottimo comportamento stradale, conquista la critica e nel 1966 diventa la prima francese ad aggiudicarsi il prestigioso riconoscimento di Auto dell’Anno.

Dotata di trazione anteriore e di un motore 1.5 a benzina da 55 CV abbinato ad un cambio manuale a quattro marce, viene affiancata nel 1967 dalla versione Commerciale per il trasporto di merci.

Al Salone di Ginevra 1968 debutta la TS con un 1.6 da 83 CV mentre l’anno seguente è la volta della TA da 67 CV, la prima auto francese dotata di cambio automatico.

La Renault 16 viene leggermente modificata esteticamente nel 1971 (gruppi ottici posteriori rettangolari e cinture di sicurezza anteriori), anno in cui il propulsore 1.6 viene montato su tutta la gamma. Nel 1973 è invece la volta del lussuoso allestimento TX (fari anteriori doppi e quadrati, cerchi in lega e un’unità 1.6 da 93 CV).

Il restyling del 1974 porta una nuova mascherina in plastica nera su tutte le versioni tranne la TX mentre nel 1975 sparisce il cambio automatico e viene lanciato il motore della TX depotenziato a 66 CV.

Renault 20 (1975)

La Renault 20, mostrata per la prima volta al Salone di Parigi del 1975, monta al lancio lo stesso motore 1.6 (con 90 CV di potenza) della 16 TX. La TS del 1977 porta un propulsore 2.0 da 109 CV realizzato in collaborazione con la Peugeot.

Nel 1978 la potenza del 1.6 passa da 90 a 96 CV mentre l’anno seguente – in concomitanza con il debutto tra gli optional del cambio a cinque marce – arriva il primo propulsore a gasolio della Régie: un 2.1 da 64 CV.

Nel 1980 la potenza del propulsore 2.0 della Renault 20 scende a 104 CV e nel 1982 un esemplare da gara dotato di trazione integrale (equipaggio formato da Claude e Bernard Marreau) conquista la Parigi-Dakar.

Renault 30 (1975)

La Renault 30, svelata al Salone di Ginevra del 1975, non è altro che una 20 più elegante: le differenze estetiche più rilevanti riguardano il frontale (gruppi ottici anteriori doppi) e le portiere (cornici cromate anziché in tinta). La prima vettura della Régie dal dopoguerra a montare un propulsore con più di quattro cilindri – un motore 2.7 V6 a benzina da 131 CV – non conquista il pubblico per via dei consumi elevati e delle prestazioni poco vivaci.

Nel 1977, per incrementare le percorrenze, viene eliminato il carburatore monocorpo e la potenza scende a quota 125 CV mentre nel 1979 tocca alla TX ad iniezione da 142 CV.

Il 1981 è l’anno in cui viene lanciato un propulsore 2.1 turbodiesel da 85 CV.

Renault 25 (1983)

La Renault 25 del 1983 punta su uno stile più seducente (ma anche meno originale) per conquistare la clientela: Robert Opron viene chiamato per disegnare la carrozzeria mentre gli interni sono opera del nostro Marcello Gandini.

Elegante e caratterizzata da forme gradevoli e aerodinamiche, ha una gamma motori al lancio composta da tre unità a benzina (2.0 da 103 CV, 2.2 da 123 CV e 2.7 V6 da 142 CV) e da due unità 2.1 a gasolio da 64 e 85 CV. Nel 1985 arrivano la V6 Turbo, dotata di un 2.5 (preso in prestito dalla Alpine V6 Turbo) da 182 CV, e la Limousine a passo lungo mentre poco dopo è la volta di un 2.0 ad iniezione da 120 CV.

Il restyling del 1988 permette alla Renault 25 – che abbandona la variante a passo lungo – di avere uno stile più moderno. Per quanto riguarda i propulsori si segnala l’invece l’ingresso di due nuove unità a benzina: un 2.0 da 140 CV e il V6 da 153 CV con cilindrata aumentata da 2,7 a 2,8 litri.

Nel 1990 la potenza del due litri ad iniezione cala (da 120 a 110 CV) mentre aumenta considerevolmente quella del V6 Turbo, salita fino a quota 205 CV.

Renault Safrane (1992)

La Renault Safrane, erede della 25 mostrata al Salone di Ginevra 1992, conserva la carrozzeria a cinque porte dell’antenata ma si distingue per contenuti più moderni e per forme più arrotondate. La gamma motori al lancio comprende due unità a benzina (2.0 da 132 CV e 3.0 V6 da 169 CV) e un 2.1 turbodiesel da 90 CV.

Le vendite non decollano e le modifiche alla gamma non migliorano la situazione: debutta un nuovo propulsore 2.5 sovralimentato a gasolio da 113 CV e arrivano le versioni a trazione integrale Quadra (con il tre litri aspirato) e Biturbo, con la stessa unità portata a ben 262 CV.

Il restyling del 1996 – che porta una nuova mascherina, l’eliminazione dalla Biturbo e altre leggere modifiche estetiche – fa guadagnare alla Renault Safrane un briciolo di eleganza in più.

Debutta un motore 2.2 diesel da 113 CV che rimpiazza in un colpo solo le precedenti unità a gasolio presenti in listino e i vecchi quattro cilindri a benzina vengono sostituiti da un 1.9 da 139 CV e da un 2.4 a cinque cilindri da 164 CV.  Nel 1999 il 3.0 V6 esce dal listino e al suo posto arriva un 2.9 da 192 CV.

Renault Vel Satis (2002)

La Vel Satis, presentata al Salone di Ginevra 2001 e venduta dal 2002, è – per il momento – l’ultima ammiraglia Renault venduta in Italia. Realizzata sullo stesso pianale della berlina Laguna e della monovolume Espace, caratterizzata dalla presenza del portellone e da forme estremamente originali, ha una gamma motori al lancio composta da due unità a benzina (2.0 Turbo da 163 CV e 3.5 V6 da 241 CV) e da tre turbodiesel dCi (2.2 da 115 e 150 CV e 3.0 da 177 CV).

Il restyling del 2006 porta una mascherina più “tradizionale” e un rinnovamento alla gamma dei propulsori: la potenza del due litri sovralimentato a benzina sale fino a 170 CV, il 3.0 diesel passa da 177 a 181 CV, arriva un 2.0 a gasolio da 150 e 175 CV e i due 2.2 vengono rimpiazzati da un’unica unità da 140 CV.