Hyundai i30 N Performance: la compatta sportiva definitiva?

Smartworld
di Francesco Neri

Adoro le hot hatchbacks moderne, offrono abitabilità, sfruttabilità quotidiana, prestazioni paragonabili a quelle di una Porsche 911 di 15 anni fa, e costi di gestione accettabili.
La Hyundai i30 N Performance è la “povera” ultima arrivata in questo segmento, e si deve confrontare con rivali decisamente agguerrite. La lista è lunga: Renault Mégane RS, Golf GTI, Peugeot 308 GTi, Seat Leon Cupra e Honda Civic Type R. E non ho scomodato quelle a trazione integrale, Focus RS e compagnia bella.

Sulla carta, la Hyundai sfodera numeri interessanti ma non esaltanti: Il motore 2.0 turbo eroga 275 CV e 350 Nm di coppia (che diventano 378 Nm con l’overboost), il cambio è un “semplice” manuale a 6 rapporti e la potenza è messa a terra dalle ruote anteriori da un differenziale a slittamento limitato a controllo elettronico (ha un pacco frizioni). Scatta da 0 a 100 km/h in 6,1 secondi e raggiunge i 250 km/h di velocità massima; il peso a secco è di 1.400 kg. Questi i dati.

Quello che i dati non dicono, però, è che la i30 N è stata forgiata al Nürburgring e messa a punto dagli stessi uomini che si occupavano della divisione BMW M Sport, gente che sa come fare auto sportive. Anche il prezzo è interessante: 32.000 euro per la versione da 250 CV (più pacata e tranquilla), e 37.000 euro per la N Performance da 275 CV.

PRECISA E CONCENTRATA

title

Non tutti apprezzano questo colore azzurrino (Blu Performance), ma a me piace molto. È un colore personale ma non estroverso, il che rispecchia perfettamente il look della Hyundai i30 N. È paragonabile a quello della Golf GTI, che definirei “moderatamente sportivo”, con tocchi giusti nei punti giusti ma senza strafare.
L’abitacolo è ben realizzato: tutto è dove deve essere, e sul volante sportivo dal diametro corretto troviamo il tasto (guarda un po’, azzurrino) che richiama i settaggi più sportivi, anche mixabili tra loro. Ecco forse avrei voluto un po’ più di orpelli racing (tolto il volante sembra una normale i30), ma ci si dimentica presto.

Il sedile contenitivo e il volante cicciotto trasmettono al vostro corpo messaggi chiari e dettagliati fin dai primi metri. E man mano che la velocità aumenta, le interferenze tra voi e l’asfalto si riducono al minimo, e la fiducia che restituisce la Hyundai i30 N è totale. Offre lo stesso livello di connessione di una macchina da corsa (ho guidato anche la i30 N TCR, per inciso), ma è decisamente più rassicurante.

Il fatto che su questa strada abbia guidato di tutto, dalla Mégane RS alla Porsche GT3, rende ancora più scioccante il modo in cui la Hyundai affronta questa sequenza di curve. L’anteriore è un bisturi e il posteriore segue con agilità ma senza nervosismo.

QUESTIONE DI EQUILIBRIO

title

I 275 CV non sono tantissimi ma il differenziale li mette a terra così bene che non ne viene sprecato nemmeno uno, e tutto viene trasformato in velocità, senza strattoni bruschi sul volante, come invece accade con quelli puramente meccanici.  Quasi riesco a sentirlo che mi dice “puoi provarci quanto vuoi, ma il sottosterzo non lo vedrai mai”. E così è: riesco a percorrere delle “esse” veloci con gas spalancato a un ritmo solitamente sconosciuto a sportive ben più potenti e piazzate. A essere sincero, su questa strada poche auto riuscirebbero a tenere questa andatura.

Il merito non è solo del grip, ma anche della fiducia che l’auto trasmette: è così solida, raccolta, viva tra le mani. Vi dà l’impressione di poter fare cose incredibili, così si comincia presto a osare ancora di più.
Il posteriore, se chiamato in causa, scivola quanto basta ma poi si ferma lì, senza fare scherzi, e l’appoggio in curva è tale che una volta scesi andrete a controllare le gomme per vedere se non vi hanno montato per sbaglio un treno slick. Da dove diavolo arriva tutto questo grip?

Il telaio è così spettacolare che il motore passa in secondo piano. Il quattro cilindri turbo non è nulla di impressionante, ma ha poco ritardo, non molla fino alla zona rossa del contagiri e fa bene il suo lavoro. A volte si sente la mancanza di qualche cavallo extra, ma in qualche modo un surplus di potenza potrebbe rovinare un equilibrio così azzeccato.
Anche il sound è piacevolmente racing, senza risultare artificiale o forzato, e a ogni cambiata vi regala dei coinvolgenti scoppi dallo scarico.

Il cambio manuale a 6 rapporti è posizionato un po’ in basso per i miei gusti, ma restituisce un bel feedback meccanico. È anche dotato del sistema di doppietta automatica (con vari livelli d’intervento), così anche nelle scalate più violente non bisogna ricorrere al punta-tacco.
Dopo pochi chilometri percorsi a tavoletta mi rendo conto che la Hyundai i30 N Performance è un’auto davvero speciale: tutti gli ingredienti sono miscelati alla perfezione e nemmeno una vite è fuori posto.

CONCLUSIONI

title

Mentre tutti rincorrono potenze esagerate e soluzioni iper-tecnologiche, Hyundai punta dritto al piacere di guida. È un’auto professionale, concentrata sul suo scopo: andare forte. Ad ogni curva vi ricorda che è stata costruita da gente che sa il fatto suo, e che è stata dedicata ai veri puristi della guida. La Hyundai i30 N dimostra che non serve avere cavallerie spropositate, ma una combinazione perfetta di telaio, motore, cambio e sterzo. È la Porsche 718 delle compatte sportive a trazione anteriore, ed è tra le auto migliori che abbia mai guidato. Non tutti vedono di buon occhio le ultime arrivate, ma dovranno ricredersi.