Il futuro della mobilità? Volvo ha le idee chiare

VSM - Volvo Concept Recharge 31
Smartworld
di Alessandro Pasi

Il brand svedese è impegnato in una rivoluzione silenziosa. Per produrre soltanto vetture più sicure, connesse e ad impatto zero. Come ci racconta la nuova Recharge Concept

Nel panorama delle Case automobilistiche a Volvo va dato atto di aver iniziato un percorso verso mobilità ecocompatibile con estrema coerenza e per step successivi. Il primo obiettivo, nel 2025, è una riduzione del 40% delle emissioni di anidride carbonica complessive, ottenuto con una riduzione del 50% delle emissioni allo scarico, del 25% della Co2 per auto prodotta nelle attività della Casa e di un 25% ulteriore sempre per auto prodotta nella catena dei fornitori. Con l’obiettivo a più lunga distanza, il 2030, di mettere in strada solo e soltanto veicoli a trazione elettrica.

Al Volvo studio di Milano, una struttura vicino a Piazza Gae Aulenti, dove la Casa automobilistica ha in corso un palinsesto di attività culturali (musica, performance, arte, eventi con autori) per far capire quale sarà per davvero il futuro prossimo della mobilità, Volvo ha presentato la nuovissima Recharge Concept, un prototipo che dalla Svezia ha fatto qualche sortita nel mondo per poi restare a lungo in Cina per cause di forza maggiore, dovute alla pandemia. La Volvo Concept Recharge che vedete in queste immagini è una vettura elettrica (che potrà essere implementata a livelli successivi di guida autonoma) con un design estremamente pulito e innovativo e che, nelle intenzioni dell’azienda, è una sorta di manifesto, una rappresentazione di quelle che saranno le macchine del brand. Sulla base di tre concetti: personalità, sicurezza e rispetto dell’ambiente.

Ha dichiarato infatti Owen Ready, Head of Strategic & Brand Design, Volvo Cars: “ Man mano che si avanza nell’era dell’auto elettrica, l’autonomia di percorrenza con una singola carica completa diventa un fattore sempre più determinante. L’approccio più semplice è quello di aggiungere più batterie, ma le batterie aggiungono peso e aumentano l’impronta di carbonio. Perciò, bisogna piuttosto aumentare l’efficienza complessiva per migliorare l’autonomia.

Con la Concept Recharge andiamo a esaminare il conflitto tra il bisogno di efficienza e il desiderio di mantenere la stessa spaziosità, comodità ed esperienza di guida degli attuali SUV.” Ovvero, le nuove vetture dovranno alleggerirsi, aumentare di efficienza, non semplicemente stiparsi di costose batterie.

Le Volvo del futuro, sempre secondo la Casa svedese, saranno sempre più sicure perché automatizzate e quindi non necessiteranno di molte delle strutture di sicurezza che si utilizzano oggi in quanto non produrranno più incidenti. Saranno dunque meno pesanti e più efficienti sul piano energetico. Di più, la sicurezza non è solo quella degli utenti dell’auto o della strada, ma è anche quella dell’ambiente e del pianeta. Proteggere gli altri passa anche dal proteggere l’ambiente. E, infatti, se si va ad osservare la nuova Volvo EX90 che sostituisce la bestseller XC90, abbiamo di fronte un Suv a trazione elettrica, capostipite della nuova generazione svedese. Una vettura che si connota per questi punti fondamentali: Tecnologia human centric finalizzata a sicurezza, sostenibilità e user experience; la Volvo più sicura mai costruita grazie a sistemi inediti; un elevato grado di intelligenza artificiale e automazione; interni con materiali innovativi e legno da foreste sostenibili – nuovi parametri per il lusso; connettività 5G e infotainment fra i più avanzati.

Insomma una sorta di computer su ruote, che si aggiorna nel tempo e che in un mondo non così lontano potrà collegarsi alla rete di case per immagazzinare energia quando costa meno e restituirla alla Casa se non viene utilizzata e in caso di bisogno. La cosiddetta ricarica bidirezionale, possibile in alcuni mercati più avanzati: infatti la batteria della Volvo EX90 potrebbe consentire ai consumatori di alimentare la propria casa e altri dispositivi elettrici, ovvero consentire ai clienti di sostenere la rete in modi diversi. Per esempio, acquistando più energia nei periodi in cui c’è un’eccedenza di energia rinnovabile o rivendere l’energia durante le ore di picco di utilizzo, quando la domanda è maggiore. In Italia sono parole che suonano quasi fantascienza in un mercato dove l’auto elettrica fa fatica ad affermarsi e dove il piano di istallazione di nuove colonnine (fondi europei per 750 milioni) non è ancora pronto.

Commenta Michele Crisci, presidente e ad di Volvo Cars Italia nonché a capo di Unrae, associazione che riunisce gli importatori di auto non italiane: “Circola negli ambienti politici un pensiero sbagliato, che favorire l’elettrificazione signfichi sfavorire l’eccellenza industriale italiana. Ma se guardiamo la nostra attività di componentistica, il 60% delle aziende lavora con marchi esteri i quali hanno deciso di imboccare seriamente la via della transizione elettrica. Quindi l’industria italiana non la si sostiene proteggendo il vecchio, ma favorendo il nuovo.”

E poi, per quanto riguarda il mercato italiano della mobilità elettrica, Crisci aggiunge: “Non c’è nulla da capire, bisogna mettere in campo una task force tra politica ed esperti del settore per trovare i modi per accelerare la transizione. Agendo anche nei confronti del consumatore, per rendere l’utilizzo di una macchina elettrica pratico e comodo come quello di una vettura termica tradizionale”. Un suggerimento? “Il primo che mi viene in mente. mettere le colonnine di ricarica ai distributori ma con un addetto che aiuti le persone, facilitando l’aggancio dei cavi e potendo pagare con la carta di credito. Come per la benzina.”