Fiat multata dall’Antitrust per pubblicità ingannevole

2 - Fiat Punto 2012
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Tempi duri per mamma FIAT: a quanto pare, la casa torinese è infatti stata multata dall’Antitrust per pubblicità ingannevole. La notizia è delle ultime ore, e sta rimbalzando fra i tanti portali di informazione.

Ricordate lo spot della scorsa estate, con la quale FIAT lancia una iniziativa per “bloccare a 1 euro il prezzo della benzina fino al 2015” per coloro che acquistavano una vettura torinese?

Bene: il claim, che a giugno andava in onda regolarmente in tv, è stato considerato dall’Antitrust come commercialmente scorretto, e per tale motivo FIAT è stata condannata al pagamento di una multa di 200.000 euro.

Mancata comunicazione delle limitazioni della proposta

L’errore commesso dal marchio italiano, secondo l’Antitrust, sarebbe stato quello di non aver specificato in maniera chiara le condizioni a cui era soggetta l’iniziativa: il potenziale cliente non era stato messo nelle condizioni di poter apprendere una serie di limitazioni a cui era soggetta la proposta stessa.

Il prezzo della benzina era si bloccato fino al 2015, ma solo a patto che non si oltrepassasse un certo quantitativo di litri di carburante, oltre il quale non sarebbe stato più possibile beneficiare dell’offerta.

Questo particolare, non trascurabile, era stato ben specificato nei comunicati stampa – come dimostra il nostro articolo del 1 giugno 2012 –, ma non nello spot televisivo.

Ed è proprio per questo motivo che l’Antitrust – che ha accolto il ricorso presentato da Altroconsumo e Unione Nazionale Consumatori – parla di pubblicità ingannevole: in quanto la divulgazione o meno di un simile aspetto di una proposta commerciale può inevitabilmente condizionare le scelte dei consumatori, in un senso o nell’altro.

Alla FIAT, dunque, resterà da pagare una multa che non peserà molto dal punto di vista economico (se si considera che il fatturato annuo è di circa 18,5 miliardi di euro), ma quanto piuttosto sotto l’aspetto della correttezza delle politiche di comunicazione adottate.

Tutta questa vicenda conferma in qualche modo anche alcune perplessità che alcuni nostri lettori – attraverso i social network, ma anche sulle pagine del nostro sito – avevano manifestato dopo la lettura della particolare proposta commerciale del Lingotto.