No, non ci siamo bevuti il cervello: è davvero un testa a testa tra la Fiat Panda e la VW Up!, due compatte a basse emissioni e consumi che di solito noi di EVO non guardiamo neppure di striscio. Entrambe però sono state create da Case che sanno bene come dare un po’ di magia a una categoria potenzialmente banale e utile, più che divertente. Ecco spiegato il motivo di questa sfida.
L’obiettivo è far brillare su strade impegnative e divertenti una coppia di macchinette che hanno 160 CV in due e che non sono state progettate con finalità sportive. Un compito non facile! Ma speriamo che la Panda e la Up! ci stupiscano…
Lo scenario di questo testa a testa è un tratto di strada di 30 km nella campagna tra il Northamptonshire e il Cambridgeshire. Non sarà il Nürburgring, ma questa “EVO-schleife” comprende molte sezioni che abbiamo usato per anni nei test. Alcune hanno un posto speciale nel nostro cuore – e negli archivi della nostra assicurazione – e soprannomi evocativi. Per esempio per mettere alla prova come si deve le sospensioni abbiamo la nostra personale Flugplatz, un ponte a schiena d’asino che chiamiamo Roger’s Leap, il salto di Roger, in onore di Green che una volta ci ha mandato in orbita una TVR Cerbera. Poi c’è la leggendaria Barker’s Hedge, la siepe di Barker, un’impegnativa curva a 90 grado bordata da siepi che una volta hanno fatto da parcheggio involontario per Barker e la TechArt Porsche 993 che stava guidando.
Oggi faremo del nostro meglio per non provocare altri incidenti con relativi soprannomi… ma con tutte queste curve, saliscendi, chicane e cambi di superficie speriamo proprio che le due sfidanti dimostrino di essere qualcosa di più che semplici auto da pendolari.
Nessuna delle due protagoniste nasconde sotto il cofano uno sbraitante V12, la carrozzeria non è in carbonio e Lewis Hamilton non sta muovendo mari e monti per averne una.
Però se siete appassionati di auto non potete restare immuni dal fascino di queste macchinette in formato tascabile.
La Panda da 13.700 euro monta l’innovativo motore Fiat Twinair che, come suggerisce il nome, è un due cilindri ed è potenziato dal turbo. Il sound graffiante e coinvolgente e la spinta degli 85 CV riportano il sorriso dopo la delusione della sua linea poco incisiva (soprattutto a confronto con la sua mitica antenata).
Il Twinair non è un motore che chiede di salire a vette altissime, ma si accontenta – e anzi preferisce – stare intorno ai 5.500 giri, ma è meglio non sottovalutare la botta del turbo. Il picco dei 145 Nm di coppia è a soli 1.900 giri e questo significa che la Panda ha grinta da vendere lungo tutto l’arco dei giri. Se non sapessi che il motore è da soli 875 cc giurerei che ne ha almeno il doppio. Di sicuro eroga le sue prestazioni in maniera generosa, al punto che ci si trova ad andare più forte di quanto necessario (o permesso) su strade che farebbero sudare le sportive con l’assetto più rigido.
Le sospensioni morbide della Panda generano abbastanza rollio ma le permettono di assorbire senza problemi dossi e sconnessioni. Lo sterzo è più sostanzioso del previsto e i freni sono fluidi, progressivi e all’altezza di una guida allegra e, anzi, incoraggiano a spingere senza timore. L’unico svantaggio è la poca sensibilità in ingresso di curva. Considerando anche il leggero ritardo delle sospensioni nell’assorbire il carico laterale, c’è un punto morto in cui non si capisce esattamente se l’anteriore ha intenzione o meno di curvare. Ovviamente lo fa, ma non con l’immediatezza che ci si aspetta. Il segreto per divertirsi con la Panda è guidarla come se fosse di un altro, una macchinetta da strapazzare a piacimento senza problemi o patemi stile auto a noleggio.
A condizione di non dimenticare il grip limitato all’anteriore, la si può portare al limite facilmente sfruttando la sua innata docilità.
La Volkswagen Up! è molto diversa dall’italiana, con quel suo look tondeggiante, le sospensioni morbide e la coppia generosa. L’esemplare che abbiamo in prova ha tre porte e questo le conferisce un’atmosfera un po’ più sportiva delle cinque porte della piccola Fiat (ma se la praticità per voi è importante non preoccupatevi: la Up! è disponibile anche con le portiere posteriori).
Sotto il cofano si nasconde un tre cilindri aspirato da 999 cc che sviluppa 75 CV e solo 95 Nm di coppia. Con questa potenza risicata è in netto svantaggio rispetto alla Fiat e al suo due cilindri turbo ma, a darle manforte, c’è il peso di soli 929 kg contro i 975 della Panda.
Come la torinese la Up! è a trazione anteriore, ha un fluido cambio a cinque marce e il servosterzo elettrico. Ma qui finiscono le somiglianze tra le due, che alla guida sono completamente diverse. Tanto per cominciare, al tre cilindri piace salire di giri. Ed è un bene perché bisogna strapazzarlo di brutto per stare dietro alla Panda. Qualche ora fa Henry Catchpole, al volante della VW, mi aveva giurato che la Panda l’ha stracciato appena infilata la terza. Quando me l’ha detto mi sembrava così assurdo che gli ho riso in faccia, ma adesso devo ammettere che ha ragione.
Anche se ama salire di giri, la Volkswagen non ha la grinta della Fiat a basso e medio regime. Però ha un acceleratore più reattivo e un cambio più preciso e quindi è più divertente da strapazzare per bene. Ha anche una nota di scarico che in qualche modo ricorda una 911 da vecchia scuola. Ma dove la Up!
è nettamente superiore alla Panda è nel modo in cui entra in curva e assorbe le sconnessioni. Pur essendo più leggero di quello dell’italiana, lo sterzo della Up! è anche più accurato e comunicativo. La piccola Volkswagen ha a un telaio equilibrato e tantissimo grip. Con lei sarebbe facile fare le curve anche solo dosando l’acceleratore, se non intervenisse lo stability control che tarpa le ali alla vostra voglia di guida sportiva. Quel che è peggio è che non si può disattivare completamente e quindi non ci si potrà mai divertire davvero.
Eppure tra le due la VW è la più impressionante e coinvolgente. È confortevole e morbida quasi quanto la Panda, ma è molto più controllata e questa combinazione di morbidezza e rigidità unita allo sterzo reattivo ma lineare è coinvolgente da matti. Come quelli della Panda, i freni della Up! sono potenti e progressivi ma grazie al motore più reattivo il tacco-punta è più fluido e preciso. Non saranno molti i proprietari interessati a sincronizzare il regime con la velocità, ma il semplice fatto che la Up! incoraggi chi ci prova le fa guadagnare parecchi punti in più.
È incredibile come la piccola tedesca riesca a tirare fuori tanti pregi da un pacchetto così modesto. Le prestazioni sulla carta sono ben poco appariscenti (lo 0-100 è di 13,2 secondi e la velocità di soli 171 km/h) e inferiori a quelle della Panda. Ma sulla strada non contano solo i numeri. Insieme alla Skoda Yeti, la Up! (con le cugine Seat Mii e Skoda Citigo) è un’altra perla nascosta del gruppo VW.
E allora qual è il verdetto? Beh, come tutte le migliori compatte, la Panda e la Up! hanno un che di contagioso. Per la categoria a cui appartengono non ci si aspetta troppo da loro in termini di prestazioni assolute, quindi si ha una doppia soddisfazione quando si scopre che sono molto più veloci e coinvolgenti del previsto.
Anche se la Fiat è divertente, tra le due quella che vorresti tenerti per un altro giorno è la Up.!
Ma non al punto da eclissare totalmente la Panda: la Fiat ha infatti un vantaggio decisivo a livello di pura accelerazione, anche se la VW è dinamicamente superiore. Più la guidi più apprezzi l’equilibrio e il carattere della tedeschina: lo so che sembra assurdo, ma ha qualcosa della Lotus Elise.
Quando l’anno prossimo debutterà la Up! GT turbo (che dovrà vedersela con una più sportiva Panda da 105 CV, anche lei in arrivo) il settore delle compatte sotto i 20.000 euro avrà due nuove eroine. E se questo primo testa a testa è attendibile come credo, non vediamo l’ora di provarle.