Formula 1: quando il pilota è più importante della monoposto

Smartworld
di Marco Coletto

Da Brambilla a Fisichella: le cinque vittorie più sorprendenti della storia.

In F1 è più importante il pilota o la monoposto? La vittoria di Fernando Alonso nel GP della Malesia ha dimostrato che a volte un driver di talento può compensare le mancanze della vettura (la Ferrari di quest’anno è ben lontana dall’essere un’auto veloce).

La storia del Circus ha visto esempi ancora più lampanti: macchine poco competitive in grado di portare a casa successi grazie alla bravura dei guidatori. Nella classifica delle cinque vittorie più sorprendenti di sempre fa piacere trovare ben quattro esponenti del movimento tricolore: soprattutto in quest’annata priva di rappresentanti italiani…

1° Giancarlo Fisichella (Jordan Cosworth) – Brasile 2003

Dopo aver ottenuto il miglior risultato in qualifica (8°) della stagione il pilota romano si ritrova, come tutti, a percorrere i primi otto giri dietro alla safety-car a causa della forte pioggia e approfitta della situazione per fare rifornimento. La vettura di sicurezza viene mandata in pista altre volte: al 17° giro dopo un incidente tra Firman e Panis, al 27° giro dopo le uscite di pista di Montoya, Pizzonia e Michael Schumacher e al 32° giro a causa del ritiro di Button.
Al 34° giro Fisico è sesto: preceduto da Coulthard, Barrichello, Ralf Schumacher, Alonso e Räikkönen. Il finlandese approfitta della pista asciutta per piazzarsi al terzo posto mentre Barrichello al 44° giro conquista la vetta dopo un sorpasso ai danni di Coulthard ma è costretto al ritiro tre tornate più tardi essendo rimasto senza benzina. Giancarlo è terzo dietro a Coulthard e Räikkönen ma si ritrova al comando dopo che lo scozzese rientra ai box per il rifornimento e il finlandese commette un errore.
Mentre Kimi è ai box la corsa viene sospesa per via dei detriti disseminati per la pista prima da Webber e successivamente da Alonso poco prima del rettilineo d’arrivo.

A causa di un errore di cronometraggio la vittoria viene inizialmente assegnata a Räikkönen (in testa al 53° giro) ma siccome il regolamento prevede che la classifica finale sia quella risalente a due giri prima dell’interruzione della gara due settimane più tardi Giancarlo viene premiato in quanto al momento dell’incidente stava percorrendo il 56° giro ed era al comando al 54°.
Nel corso del 2003 la Jordan otterrà solo un settimo e un ottavo posto.

2° Riccardo Patrese (Brabham Ford Cosworth) – Monte Carlo 1982

Il pilota padovano parte dalla prima fila al volante di una monoposto veloce (ha già ottenuto un terzo posto e dopo questa corsa conquisterà il secondo gradino del podio) ma parecchio obsoleta: la BT49D non è altro che l’evoluzione della monoposto campionessa del Mondo Piloti 1981 progettata nel 1979.
La gara si decide nel finale a causa di una pioggia improvvisa: al 73° giro Riccardo è secondo dietro Prost ma il francese si ritira nella tornata successiva per un incidente. Patrese passa al comando ma spegne il motore dopo essere finito in testacoda, balza in testa Pironi che accosta per via di problemi alla batteria e dopo pochissimi secondi Daly (in quel momento primo) va a sbattere.
Patrese riesce a ripartire e a conquistare a sorpresa il primo di sei GP conquistati in carriera.

3° Jacques Laffite (Ligier Matra) – Svezia 1977

Dopo l’ottavo posto ottenuto in qualifica il pilota francese affronta la prima parte di gara nelle retrovie. Andretti è saldamente al comando mentre Watson, Scheckter e Hunt lottano per la seconda posizione. Al 29° giro Scheckter si ritira dopo un contatto con Watson (che perde terreno) e la classifica vede nell’ordine Andretti, Hunt, Depailler, Mass e Laffite. Al 37° giro Jacques si esalta: impiega solo quattro giri per superare Hunt, Depailler e Mass e portarsi al secondo posto.

La vittoria arriva quando Andretti è costretto a rifornire ai box a tre giri dal termine a causa dell’elevato consumo di carburante.
Nel corso del 1977 la Ligier otterrà solo un secondo, un quinto e un sesto posto.

4° Vittorio Brambilla (March Ford Cosworth) – Austria 1975

In qualifica il pilota monzese ottiene l’ottavo posto ma la vigilia della gara è funestata dalla morte di Mark Donohue nel warm-up (scoppio penumatico anteriore destro) insieme a due addetti alla pista. Fin dalle prime fasi della corsa Vittorio mostra incredibili doti sul bagnato: dopo il primo giro è sesto avendo superato Pace e Regazzoni (quest’ultimo penalizzato da problemi al cambio), nel secondo si sbarazza agevolmente di Emerson Fittipaldi e alla sesta tornata è terzo grazie a due sorpassi ai danni di Depailler e Stuck.
La pioggia aumenta e al quindicesimo giro Lauda (fino a quel momento in testa) si ritrova sul gradino più basso del podio preceduto da Hunt e Brambilla e al 19° il driver lombardo approfitta di una distrazione del rivale inglese per conquistare la prima posizione e mantenerla fino al 29° giro. A causa delle condizioni metereologiche critiche la prova viene sospesa e a Brambilla vengono assegnati metà dei punti a causa della breve durata del GP.
Prima di questa vittoria nel 1975 la March era reduce da un quinto e un sesto posto.

5° Michele Alboreto (Tyrrell Ford Cosworth) – USA Est 1983

L’ultimo successo per la scuderia inglese inizia con il sesto posto ottenuto in qualifica dal driver milanese. Piquet si porta subito in testa superando Arnoux ma al 28° giro deve cedere la prima posizione a causa di una sosta ai box. Il transalpino rimane al comando fino al 32° giro, quando la vettura si arrende per un problema alla centralina elettronica. Piquet resiste in vetta fino al 51° giro, quando dice addio al podio facendosi superare da Alboreto, Rosberg e Watson.
Prima di questa vittoria nel 1983 la Tyrrell era reduce da un quinto posto mentre in seguito otterrà solo un sesto posto.