Enrico Mattei, il padre dell’Eni

Enrico Mattei, The Creator Of ENI, One Of The Largest Public Industrial Conglomerates Of Italy
Smartworld
di Marco Coletto

La storia di Enrico Mattei, il fondatore dell’Eni protagonista del boom economico italiano


Enrico Mattei è stato uno dei protagonisti del boom economico italiano del secondo dopoguerra. Scopriamo insieme la storia del fondatore dell’Eni: molte luci e qualche ombra per un uomo che ha reso l’Italia grande nel mondo.

Chi era Enrico Mattei: la biografia

Enrico Mattei nasce il 29 aprile 1906 ad Acqualagna (attualmente nella provincia di Pesaro e Urbino): poco amante dello studio, si trasferisce a 13 anni con la famiglia a Matelica – in provincia di Macerata – e lavora come verniciatore di letti di metallo.

Nel 1923 entra in una conceria come garzone e sale rapidamente la scala gerarchica: prima aiutante chimico e nel 1926 – anno in cui apre un negozio di stoffe per la madre – direttore del laboratorio.

A Milano

A 23 anni Enrico Mattei si trasferisce a Milano e apre un laboratorio di oli emulsionanti per l’industria conciaria e tessile, nel 1934 crea l’Industria Chimica Lombarda e due anni più tardi consegue il diploma di ragioneria.

La Seconda Guerra Mondiale

Mattei nel 1943 si unisce ai gruppi partigiani cattolici nelle Marche legati alla Democrazia Cristiana e diventa in breve tempo uno dei principali esponenti della DC nella Resistenza al punto di venire scelto nel 1944 come comandante in rappresentanza delle Brigate del popolo nel Corpo volontari della libertà (struttura di coordinamento creata dal Comitato di Liberazione Nazionale e riconosciuta anche dagli Alleati).

L’ingresso in Agip

Il 29 aprile 1945, tre giorni dopo la liberazione, Mattei viene nominato commissario liquidatore dell’Agip con l’incarico di provvedere alla privatizzazione degli asset energetici dell’azienda petrolifera statale italiana.

Enrico Mattei – insignito nel frattempo della Bronze Star medal statunitense per il ruolo nella resistenza e nominato dalla DC deputato alla Consulta nazionale (ci resterà fino al 24 giugno 1946) – capisce le potenzialità di sviluppo della società.

Per garantire all’Italia un’impresa energetica nazionale ordina di riprendere le performazioni a Caviaga (frazione di Cavenago d’Adda – in provincia di Lodi – in cui nel 1943 furono trovati importanti giacimenti di metano, scoperta tenuta nascosta durante la guerra), rinvia la liquidazione dell’Agip e concentra le forze sui siti di ricerca con maggiori possibilità di trovare qualcosa sfruttando fondi pubblici rivolti all’amministrazione ordinaria e prestiti, grazie anche a numerose alleanze politiche.

Le pressioni delle Sette Sorelle

L’Agip di Enrico Mattei è in grado di offrire ai privati e alle aziende prezzi più bassi rispetto agli oligopoli tradizionali (le famose Sette Sorelle, all’epoca le principali compagnie petrolifere mondiali) ma in seguito alle pressioni delle aziende statunitensi, che vorrebbero avere libertà di perforare nel nostro Paese offrendo in cambio royalties, Mattei viene declassato a semplice consigliere di amministrazione.

Riscatto politico

Mattei non demorde e fa pressione sulla politica – e in modo particolare sugli esponenti della DC – per rifinanziare l’Agip evitando in questo modo la privatizzazione della società. Nel 1948 viene eletto deputato e due mesi più tardi viene nominato vicepresidente della società petrolifera italiana.

È un periodo nel quale l’Agip lavora molto sul metano attraverso perforazioni e costruzione di metanodotti in modo da gestire la produzione e la distribuzione del gas naturale.

Il petrolio

Nel 1949 viene scoperto un giacimento di petrolio a Cortemaggiore (provincia di Piacenza). Una quantità modesta che però basta a convincere l’opinione pubblica italiana dell’importanza di salvare l’Agip e di far sì che l’Italia persegua una politica energetica autonoma.

Tre anni più tardi nasce la benzina Supercortemaggiore, l’unica proveniente da petrolio estratto in Italia.

Per promuoverla viene usato un nuovo logo che raffigura un cane a sei zampe, ancora oggi utilizzato dall’Eni.

Nasce l’Eni

Risale al 1953 la nascita dell’Eni (Ente nazionale idrocarburi): un ente pubblico autonomo rispetto all’amministrazione statale in grado di sostenersi attraverso la rendita metanifera.

La nuova società – che controlla Agip, Anic (petrolchimica) e Snam (metano) – rileva nel 1954 la fabbrica Pignone di Firenze e la trasforma in Nuovo Pignone, specializzandola nella produzione di attrezzature petrolifere.

Il quotidiano Il Giorno nasce su idea di Enrico Mattei nel 1956 per avere un giornale in linea con la propria politica economica.

Sempre più globale

Mattei crea sempre più legami con l’Africa del Nord e il Medio Oriente offrendo royalties del 50%, raffinerie e reti distributive e un maggior coinvolgimento delle imprese locali attraverso la creazione di compagnie miste in cambio di permessi di trivellazione. L’Eni diventa un’azienda sempre più moderna e globale e questo contrasta con gli interessi europei e africani delle Sette Sorelle.

Nel 1957 Enrico Mattei – nominato Grande ufficiale della Repubblica Italiana – sigla un accordo con l’Iran e nello stesso anno punta sull’energia nucleare con la creazione della SIMEA (Società Italiana Meridionale per l’Energia Atomica, il 75% nelle mani dell’Agip e il 25% di proprietà dell’IRI) e con la costruzione della prima centrale nucleare italiana a Latina.

L’accordo con l’URSS

Enrico Mattei sigla nel 1958 un accordo con l’Unione Sovietica per l’esportazione di greggio in cambio di gomma sintetica: una partnership che si rivela molto vantaggiosa per l’Italia, che assicura agli USA l’acquisto di greggio statunitense in caso di prezzi più bassi di quelli russi.

Due anni più tardi nasce l’OPEC, l’organizzazione dei paesi esportatori di petrolio, e Mattei ha più ampio spazio di trattativa diretta.

Nello stesso anno il manager marchigiano riceve dell’Università di Bari la laurea honoris causa in ingegneria civile.

Quando e come è morto

Enrico Mattei perde la vita il 27 ottobre 1962 a Bascapè (provincia di Pavia) in un incidente aereo su un volo privato partito da Catania e diretto all’aeroporto milanese di Linate. Ancora oggi ci sono forti dubbi sulla dinamica del crash: bomba esplosa in volo (come dichiarato da numerosi testimoni) o semplice schianto?