Quando si verifica un incidente stradale, è importante fare il calcolo della velocità per ricostruirne la dinamica. È un dato che può essere molto importante durante un processo penale ma anche in una causa civile per il risarcimento del danno.
Calcolo della velocità di percorrenza
Capita che l’assicurazione intuisca il superamento dei limiti di velocità in base all’entità dei danni provocati nel sinistro. In questi casi è possibile che nasca una causa civile e il Giudice, con un consulente tecnico, debba prendere la sua decisione analizzando la ricostruzione postuma del sinistro stradale.
Per la ricostruzione, i tecnici utilizzano tutti gli elementi presenti nel luogo del sinistro, le tracce tra cui pezzi di veicoli che si sono staccati e/o segni di frenata. Quest’ultima traccia sul manto stradale è lo strumento che serve per calcolare la velocità di un veicolo al momento dell’urto. Il calcolo però è molto difficile e si tratta di un’attività che per alcuni aspetti può essere considerata soggettiva.
Calcolo della velocità dopo l’incidente, prima della frenata
Facendo un esempio pratico:
- veicolo A non rispetta il segnale di dare precedenza ed entra in strada mentre arriva veicolo B;
- usiamo il tempo medio di reazione tra l’avvistamento del pericolo e la frenata, pari in media ad un secondo;
- se a B serve un secondo per accorgersi del pericolo e iniziare a frenare, sapendo qual è il punto in cui è la frenata inizia, allora è possibile calcolare la velocità;
- A entra in strada quando B è ad una distanza di 100 metri, questo è il momento in cui il conducente di B dovrebbe accorgersi del pericolo e iniziare a frenare;
- la frenata inizia a 80 metri da A, in quel secondo di tempo B ha percorso 20 metri.
Per eseguire il calcolo basta ottenere i km/h al secondo, dividendo la velocità presunta per 3,6. Con un tempo medio di reazione di un secondo e una distanza percorsa di 20 metri basta moltiplicare i metri per 3,6 per ottenere la velocità presunta: 72 km/h.
Come calcolare la velocità in base alla lunghezza della frenata
Questo è il metodo classico più utilizzato dalle Forze dell’Ordine che intervengono sul luogo del sinistro per i rilievi e per comprendere la dinamica di un sinistro.
Per calcolare la velocità tenuta all’inizio della frenata possiamo fare: Velocità = √ 256 * coefficiente di attrito * lunghezza della frenata in metri. Formula molto semplice, che però contiene un grado di soggettività enorme, dovuto alla presenza del coefficiente di attrito, che cambia a seconda di differenti condizioni e anche in base:
- al meteo;
- all’asfalto e alla conformazione del manto stradale;
- alla tipologia di gomme dell’auto;
- alla pendenza della strada;
- al peso dell’auto;
- alla presenza dell’ABS;
- all’efficacia dell’impianto frenante del veicolo.
A causa di tutti questi elementi che vengono rilevati da parte del tecnico è chiaro dedurre che due persone diverse possono giungere a conclusioni differenti. Si può comunque avere un’idea sulla reale velocità del veicolo. Attenzione: si tratta di un calcolo che non tiene in considerazione l’impatto, e quindi se la frenata dovesse terminare con un urto, il metodo non può essere utilizzato da solo ma deve essere ricostruita anche la velocità del mezzo nel momento dell’urto.
Il coefficiente di attrito viene considerato come segue:
- con asfalto asciutto pari a 0,70;
- con asfalto bagnato pari a 0,50;
- con asfalto ghiacciato pari a 0,10.
Ma è solo un esempio, da adattare in base alle condizioni. Il calcolo infatti è semplice, come anticipato, ma non affidabile.
Attenzione: una frenata che termina con l’arresto del veicolo è diversa rispetto ad una frenata che si interrompe per l’urto. Nel secondo caso infatti l’attendibilità del calcolo della velocità sulla lunghezza della frenata è molto scarsa.