Autobianchi A112 Abarth 58 CV (1971): la più desiderata

Autobianchi A112 Abarth 58 CV
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Le prime due serie della vivace citycar lombarda sono richiestissime

L’Autobianchi A112 Abarth – nata nel 1971 – è una delle auto d’epoca più amate dagli italiani: la citycar pepata lombarda preparata dallo Scorpione ha un design ancora oggi gradevole, regala prestazioni vivaci, è divertentissima da guidare e presenta costi di gestione abbordabili. Le prime due generazioni – contraddistinte dalla presenza di un motore da 58 CV – sono meno potenti di quelle arrivate dopo ma sono anche le più desiderate: si trovano abbastanza facilmente ma per entrare in possesso di un esemplare ben tenuto bisogna sborsare più di 10.000 euro.

Autobianchi A112 Abarth 58 CV (1971): le caratteristiche principali

L’Autobianchi A112 Abarth prende forma nel 1970 quando Carlo Abarth (fondatore della Casa dello Scorpione), intuendo le potenzialità della “baby” lombarda (mostrata l’anno prima), realizza una versione sportiva di questa vettura e convince la Fiat a produrla.

La prima serie vede la luce al Salone di Torino del 1971: meno cara della Mini Cooper (la rivale diretta), è contraddistinta da una tinta rossa impreziosita da alcuni elementi neri opachi (cofano, fasce laterali, codolini passaruota, fascione anteriore e piano posteriore al di sotto del portellone). Nell’abitacolo spiccano invece il volante a tre razze in pelle, i tre strumenti supplementari (voltmetro, termometro olio e manometro olio) e i sedili con appoggiatesta.

L’Autobianchi A112 Abarth 58 CV impiega pochissimo tempo a conquistare i giovani automobilisti italiani, affascinati dalle prestazioni brillanti e dal comportamento stradale impeccabile. Tra i difetti più rilevanti segnaliamo invece la scarsa affidabilità (surriscaldamento dell’olio, semiassi fragili), il comfort ridotto all’osso (sospensioni rigidissime e motore molto rumoroso), le finiture poco curate e il poco spazio a disposizione dei passeggeri posteriori.

Nel 1972 arriva un piccolo radiatore dell’olio che risolve il problema al sistema di lubrificazione: per quanto riguarda l’estetica notiamo invece l’introduzione di due versioni monocolore (grigia e arancione) e l’incremento della plastica (le cromature rimangono solo sui paraurti e sulle maniglie).

La seconda serie dell’Autobianchi A112 Abarth 58 CV viene presentata ufficialmente al Salone di Ginevra del 1973: identica nella meccanica alla generazione precedente, si distingue per i paraurti in plastica e per i sedili con appoggiatesta regolabile.

Arriva una nuova versione monocolore blu mentre il nero opaco resta solo sul cofano degli esemplari rossi.

Autobianchi A112 Abarth 58 CV (1971): la tecnica

Il motore dell’Autobianchi A112 Abarth 58 CV svelata nel 1971 è un 982 cc derivato dal “mitico” 903 e caratterizzato dalla corsa allungata, dal rapporto di compressione più elevato e dalla rivisitazione dell’albero a camme e delle sedi delle valvole. Senza dimenticare lo scarico rivisto e il carburatore doppio corpo Weber. L’impianto frenante è più potente di quello delle versioni “normali”: merito dei dischi anteriori più grandi e del servofreno.

Nonostante l’aumento di potenza (da 44 a 58 CV) il propulsore si rivela meno assetato di quello delle A112 “standard”: l’unità presente sotto il cofano della citycar pepata lombarda è meno pronta ai bassi regimi ma sensibilmente più reattiva agli alti. Notevole l’incremento della velocità massima: da 135 a 150 km/h.

Autobianchi A112 Abarth 58 CV (1971): le quotazioni

La prima serie dell’Autobianchi A112 Abarth 58 CV è stata prodotta in soli 4.641 esemplari ma è abbastanza facile da trovare: le sue quotazioni superano abbondantemente i 10.000 euro. Più semplice da rintracciare (nonché più abbordabile: oltre 8.000 euro) la seconda serie, realizzata in 13.759 esemplari.