Le moto più belle degli anni '90
Introduzione
Negli anni abbiamo avuto tantissime moto entrate nella storia. Ogni decennio ha le proprie, che sono entrate nel mito grazie alle prestazioni su strada ma anche al design, al fatto che finissero dentro a film diventati cult o venissero associate a determinati divi.
Nella seguente lista vedremo le moto più belle degli anni '90.
Honda CBR 900RR Fireblade
Moto lanciata nel 1992 dal coloso giapponese e rimasta in produzione fino al 2004. Sono state realizzate versioni per la vendita "tradizionale" ed altre come derivazione da competizione per il campionato Superbike. Questo fattore incise notevolmente sul successo della moto.
La Fireblade montava un motore in linea 4 cilindri a 4 tempi, erogava una potenza massima da 124 hp nella prima versione (saliti a 154 hp con gli aggiornamenti) e superava i 200 chili di peso, anche se venne poi alleggerita col passare degli anni.
Ducati 916
Una delle principali antagoniste sul mercato per la Honda Fireblade fu l?italianissima Ducati 916.
Lanciata sul mercato nel 1994 dal Centro Ricerche Cagiva (allora proprietaria della Ducati), con a capo della progettazione Massimo Tamburini, soprannominato "the Michelangelo of motorcycling".
La moto ebbe un successo incredibile, tanto da aggiudicarsi il titolo di Moto dell'anno.
L'aspetto che la contraddistingueva dalle altre moto dell'epoca era il design. Infatti la 916 andava a coniugare elementi tipici della tradizione Ducati (come ad esempio il telaio a tralicco di tubi) con un stile moderno per l'epoca (ad esempio il doppio scarico sotto la sella).
Per quanto riguarda il motore, il propulsore era fondamentalmente un'evoluzione del Desmoquattro raffreddato ad acqua già utilizzato nei modelli precedenti e modificato per questa 916.
Cagiva Mito Ev
Cagiva, oltre a essere propietaria negni anni 90 del gruppo Ducati, continuò a produrre modelli col marchio proprio. Ll modello di maggior successo di quel decennio fu probabilmente la Mito 125, in particolare il modello Mito Ev 125 risultò il più attraente per la clientela (tanto da rimanere in vendita, con diverse modifiche nel corso degli anni, fino al 2007).
Nata nel 1994, risultò più innovativa rispetto alle versioni della Mito già uscite, per il fatto che si andava a distinguere nettamente dalle moto Ducati (a cui comunque si ispirava in alcune parti). In particolare a cambiare furono la strumentazione (dotandola di una spia di segnalazione della riserva), il carburatore e gli ammortizzatori.
Moto Guzzi V11
La V11 di Moto Guzzi uscì sul finire del decennio, nel 1998, ma riuscì comunque a caratterizzare quel decennio e anche quello successivo. A spiccare, oltre al motore bicilndrico a V trasversale di 90° (ormai un marchio storico della Casa) era il design. Le forme riprendevano quelle delle moto più amate dei decenni precedenti, con il serbatoio lungo e il codino morbido che scende verso la ruota posteriore, ma le proporzioni era decisamente più grandi (con forme tipiche di una moto turistica più che di una sportiva).
Nel corso degli anni vi furono numerosi aggiornamenti, con l'obiettivo soprattutto di migliorare l'affidabilità (ad esempio con la sostituzione della gomma posteriore da 170 mm con una da 180), e molte versioni speciali (Scura, Cafè Sport, Rosso Corsa, Nero Corsa, Coppa Italia e Tenni).
Suzuki GSX-R 1300 Hayabusa
Anche questa moto arrivò sul finire del decennio, nel 1999, e impressionò immediatamente per la velocità massima, tanto da essere soprannominata Suzuki Hayabusa come il falco pellegrino (l'uccello più veloce del mondo). Infatti la Hayabusa era in grado di raggiungere una velocità massima di 312 km/h, record al tempo.
Oltre a questo aspetto (che provocò numerosi dibattiti, tanto da costringere le case giapponesi a fissare la velocità massima a 299 km/h), ad impressionare era anche il design, in particolare la carenatura improntata all'aerodinamicità.
Il modello vendette bene per tutti gli anni Duemila in Europa e anche negli Stati Uniti, anticipando le mosse dei rivali di Honda, Kawasaki e Yamaha.